Dietro le quarte – Parole al giorno

Eccomi qua, di nuovo, all’ultimo quarto di un romanzo che mi ha appassionata per mesi. Cenere, no?

Mi mancano 4 capitoli alla fine della prima stesura e mi sono data come scadenza la fine di aprile. Poi, negli ultimi due giorni, ho iniziato a contare le parole. Attenzione: è una malattia. Però però però. A novembre scorso mi sono iscritta al nanowrimo con molte poche aspettative e una buona dose di scetticismo, ho partecipato per qualche giorno scrivendo tanto, per carità, ma intimamente convinta di aver scritto schifezze. Ecco, rileggendo quella roba, invece, mi sono resa conto che non era propriamente una schifezza, anzi, fluiva bene. Ovvio che non fosse un capolavoro, e le riflessioni significative naturalmente non vengono in mente in una specie di maratona di parole. Però è anche vero che quel tipo di pensieri non vengono (almeno a me) davanti al computer, quanto piuttosto nei boschi, al pub con gli amici, guardando fuori dalla finestra. Quindi si possono pensare fuori dalle ore di scrittura e semplicemente integrare nel testo quando sono già belli che pensati, no? E quando si scrive preoccuparsi solo di scrivere.

Quindi, ricapitolando, in questi giorni ho iniziato a chiedermi: ma se anziché 500 parole al giorno io ne scrivessi 1000? E che dire, ci proverò 😉

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