Non ho niente da mostrarti, solo frammenti. Di me. Posso fingere, tuttavia, e raccontarti che ascoltavo gli improvvisi di Shubert, quel sabato pomeriggio, opera 90 eseguita da Perahia. Arrivata al terzo tempo avevo iniziato a scriverti, perché non potevo sopportare la sua mancanza. La tua assenza. Così ti ho scritto e tu ora sei qui. Voglio che tu sappia che questa è una storia di solitudine, perché ammettiamolo, amico mio, tu non esisti nel mio mondo e non sei mai esistito, solo nei miei ricordi, nella mia mente e così spero anch’io, oso, sperare di abitare i tuoi pensieri, di tanto in tanto, con un tocco di nostalgia.
#ruggine
