Mi stavo addormentando, ieri sera, e si sa che il cervello è particolarmente fertile quando uno quasi dorme, fa la doccia, cucina (insomma, non ha propriamente quaderno e penna in mano). Quindi la mente ha iniziato ad andare da sola e ha partorito un pensiero che mi ha forzato a svegliarmi e aprire una nota sul telefono.
Stamattina l’ho aggiunta a Ruggine, fa così:
Poi arrivò mio fratello e mi vide con le bruciature esposte. Il panico nei suoi occhi è tra i ricordi più dolci. Avete sentito, mentecatti? Che vi possiate strozzare con la vostra compassione, molle come une febbre malarica. Nei suoi occhi c’era un panico pulito e netto, puro come una vetta rocciosa spazzata da venti eterni, dove banchetta il dio serpente.