DIetro le quarte – gatti scettici e lettori contenti

E’ abbastanza normale per me regalare e ricevere solo libri ma questo Natale la mia nerd-famiglia ha superato se stessa e praticamente svuotato la mia wishlist di Amazon.

Dopo un sacco di ebook ho di nuovo un sacco di libri cartacei, il che forse riflette la decisione di fermarmi in un posto e risveglia il desiderio compulsivo di riempire scaffali e scaffali.

Ho iniziato con ‘Io sono un gatto’ (passando come sempre buona parte del pomeriggio di Natale a leggere) perché dopo una serie di libri pesantucci (gemelli assassini, gemelle mute, amori impossibili) volevo un bel sogno a occhi aperti. Mi sono trovata a sentire la storia di un gatto filosofo scettico con manie di grandezza, pubblicata nel 1905 peraltro, e scritta in un tono modernissimo.

Sicuramente da quando ho iniziato questo libro guardo il gatto di casa con occhi diversi, forse guardo anche la mia famiglia con occhi diversi.

Il gatto di ‘Io sono un gatto’ parla continuamente del suo padrone, un professore dalle ambizioni artistiche che nell’arco delle prime cento pagine passa da essere simpatico e burbero a patetico e meschino. Non so bene cosa mi dica, questo, di me stessa… però potrei iniziare a chiedermi, talvolta: cosa penserebbe di questo atteggiamento un gatto scettico? Perché in effetti chi meglio di un gatto può impersonare la filosofia scettica? ^^

Così continuo a leggere di questo filosofo gatto, col pensiero nel retro della mente che finito questo libro ce ne sono tanti altri che mi aspettano, immaginando che quando a un certo punto porterò i miei preziosi libri in una nuova casa sarà qui vicino e tutto sommato mi giudico una lettrice abbastanza contenta 🙂

3 citazioni:

A questo punto, benché sia soltanto un gatto, intuisco una verità profonda: è l’occasione che induce tutti gli esseri viventi a fare quel che non desiderano.

[…]

Nel bel mezzo di quest’agonia scopro un’altra verità: tutti gli esseri viventi sanno per istinto cosa è loro confacente e cosa no.

[…]

La terza verità mi appare allora chiarissima: in situazione di grande pericolo, si riescono a superare le proprie normali facoltà.

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