Suggestioni

1

Gli hai detto che la tua vita potrebbe essere un tentativo di farti conoscere da lui, mi hai ferito. Nel momento in cui ho sentito quel bisbiglio nella mente non ho pensato ad altro. Stai cercando di sabotare la mia vita facendomi impazzire di gelosia ma non funziona. Sai? Perché tutto quello che dici e pensi io lo so già. Da me non devi farti conoscere perché sono io l’unico che già ti conosce, e che ti pensa.

2

Chi sei? Sei un’ombra anche tu, entro la barriera della pelle?

3

Se ci fosse stato un tavolo sotto cui rintanarmi giuro che mi ci sarei trascinata sotto.

4

La psicologa mi ha chiesto di ucciderti non appena ha scoperto della tua esistenza. Non è un pensiero molto violento? Uccidere chiunque, anche una fantasia, non dovrebbe essere sbagliato? Lo stupro di una ragazza immaginaria, allora, sarebbe legittimo? Ecco una bella associazione freudiana per me, mia dolcissima, ti prego di non odiarmi. Ti chiedo perdono, sai, ma ho bisogno di un attimo di pace ora, anche se non c’è pace per te ma sappi che non è colpa tua, non c’è niente che tu possa fare, è nella tua natura, non hai alcun potere sulle tue azioni, nemmeno sui tuoi pensieri.

5

Uno di noi due non esiste.

Sei così sicuro che sia io, vero? Io che della mia esistenza dubito continuamente mentre tu, forse, amico mio, non te lo sei mai chiesto. Allora pensaci, come puoi essere così sicuro che quelle piccole scariche elettriche nel cervello ti garantiscano l’attributo dell’esistenza, neanche fossi una divinità, mi sembra per lo meno un ingiustificato sfoggio di supponenza. Tu che per esistere hai dovuto creare me e io ti odio, ti odio, TI ODIO!

6

Devi ricordarti, mi dicevo, che hai di fronte una persona reale. La devi rispettare, questa persona, trattarla con grazia. Non è giusto coinvolgerla in questo vortice di pazzia. È contagiosa?

7

Sempre caro mi fu quest’ermo colle… Mi ha sempre affascinato l’espressione: Sovrumani silenzi. Profondissima quiete. Per contrasto, no? Non c’è niente di quieto in quest’ammasso grondante sangue che chiamo Io. La mia faccia, sai, è un mosaico scomposto. A volte, sshhh, non dirlo a nessuno, qualcuno mi guarda e se ne accorge. Allora guardo in basso, mi vergogno, poi mi arrabbio e grido, ma solo nella mia mente, grido come una forsennata: Non è colpa mia!

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