Dietro le quarte – E COSÌ, DOPO MOLTO SCRIVERE, HO FIRMATO UN CONTRATTO DI EDIZIONE CON ZONA42

Dopo un anno di attesa, è successo tutto molto in fretta. Zona42 aveva Cenere in lettura da settembre. 2017. C’era stata qualche telefonata, qualche like su Facebook, ma sinceramente non ci stavo più neanche pensando quando mi hanno chiamata, poche settimane fa.

La cosa è andata più o meno così:

Finalmente anche il mio socio ha letto Cenere.

suspance, cerco di far finta di niente mentre la mia testa urla E QUINDI?? GLI E’ PIACIUTO O NO?? DIMMELO SUBITOOOOO

Gli è piaciuto, vorremmo pubblicarlo l’anno prossimo.

Mancamento.

Vorremmo vederti, per parlare e capire se ti interessa quello che vogliamo proporti.

Fantastico, dico io, pensavo di venire a Stranimondi, ci possiamo vedere lì.

Ehm, fa lui, veramente pensavamo di vederci prima. A Stranimondi vorremmo annunciare l’uscita.

CHE COSAAAAAA??

E così, dopo un anno di attesa, nell’arco di due settimane ho conosciuto Giorgio e Marco di Zona42, ricominciato a lavorare furiosamente sul romanzo, sono entrata a Stranimondi (con un accredito O__o”), ho cercato di non svenire parlando di Cenere davanti a 50 persone, dopo scrittori come Ian McDonald e Alessandro Vietti. Di quella presentazione mi ricordo il sorriso bellissimo di un ragazzo seduto in prima fila, i videogiochi vintage in fondo alla sala, l’orologio rotto (il tempo si era letteralmente fermato) e altri dettagli sparsi.

Giorgio (Zona42) ha presentato Cenere come una storia di amicizia, ordinaria desolazione e resistenza. Sinceramente, non posso che concordare. Poi toccava a me parlare e credo di aver detto qualcosa tipo:

L’idea della storia è nata quando mi sono chiesta come avremmo reagito, le mie amiche di scuola ed io, se fosse arrivato qualcosa di brutto, e pericoloso, a livello politico e sociale, a sconvolgere la nostra cittadina di provincia.

L’ambientazione invece viene dalle lunghe conversazioni con un’amica (innaffiate da abbondante “gin-schifo”, un cocktail di nostra fabbricazione, ma questo non l’ho detto), che all’epoca si interessava di programmazione e privacy informatica. Una di quelle persone che ti convince a mettere un cerotto sulla telecamera del computer. Le nostre conversazioni vertevano su questo: si dice che il controllo governativo non crei problemi a chi non ha niente da nascondere, e può anche essere vero, finché il governo è democratico. Ma mettiamo che invece venga intercettato tutto quello che si dice, e che si scrive, e che al governo ci sia un regime, per dire.

Da questi due elementi, credo di aver detto, con sollievo ma temendo di aver fatto un discorso intricato e incomprensibile, è nato il romanzo.

Poi ho seguito altre presentazioni, un incontro super interessante sulla fantascienza cinese, conosciuto bella gente, assorbito belle energie, firmato il contratto… e poi tornata a casa, con un regionale lentissimo che mi ha permesso di finire Trigger Warning di Gaiman.

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