
Una storia che mi ha lasciata con un senso di oppressione, una città che ti divora, una vita senza speranza, un giorno uguale all’altro ma in fondo sempre un po’ peggio. Bravissima Natalia Guerrieri che legge la società contemporanea partendo da una delle “nuove professioni” (leggi: nuovi sfruttamenti) ed estende l’incubo a un’intera capitale che è un organismo vivente e affamato.